Devo tornarci sopra per forza!
Ieri ho visto il film "la giusta distanza" nel quale il direttore del giornale spiega all'aspirante giornalista come sia necessario mantenere la giusta distanza dagli eventi: nè troppo distante perchè altrimenti il lettore non ne verrebbe coinvolto, nè troppo vicino perchè chi scrive potrebbe venir sopraffatto dalle emozioni.
Quest'immagine e ciò che essa suscita in me è tutta una questione di distanza.
L'autore affronta in didascalia la necessità e forse il "dovere di avvicinarsi" di più "all'altro" perchè solo in quel modo si potrà avere una "visione" più veritiera: solo conoscendo profondamente quella persona si potrà sperare di poter comprendere, in modo più vicino al vero una vicenda umana, un dramma.
Io affermo in modo complementare che per comprendere un fatto sia necessario "prendere le distanze", questa volta in senso letterale.
Questa immagine propone un frammento di scena e come tale, quel frammento si adatta a molteplici situazioni ed è in grado di evocarle tutte. Ciascuno sceglierà quella che risulterà maggiormente conforme ai suoi pregiudizi, alla sua educazione e al suo vissuto.
Abbandono, regolamento di conti, indifferenza, disperazione e curiosità sul luogo di un incidente stradale....questo frammento si inserisce in tutte le situazioni precedenti e in altre ancora.
Non posso non citare John Hilliard con il suo lavoro "Cause of death?".
"anzichè indirizzare verso un'interpretazione univoca, si sospende qualsiasi certezza, sottolineando la volatilità del rapporto con l'immagine.
Come non apprezzare questo scatto, che personalmente trovo meraviglioso...dalla comp.al significato...come non apprezzare anche la disamina di eloj... Tutto bello... Meno che la realtà ...buona dom.
Un'immagine molto forte, che non lascia indifferenti. E" costretto a dormire li', non ha una casa/ Sono molti gli interrogativi che suscita. Un caro saluto, Valeria.
Grazie Valeria del passaggio.
Qualche tipo di casa, molto probabilmente, l'avrà .
E' un pò anche un abitudine indiana farsi un pisolino in qualsiasi luogo essi si trovino. Facile lo faccia anche per i turni di lavoro lunghi.
stupenda
ciao
Un saluto
Antonio
Ieri ho visto il film "la giusta distanza" nel quale il direttore del giornale spiega all'aspirante giornalista come sia necessario mantenere la giusta distanza dagli eventi: nè troppo distante perchè altrimenti il lettore non ne verrebbe coinvolto, nè troppo vicino perchè chi scrive potrebbe venir sopraffatto dalle emozioni.
Quest'immagine e ciò che essa suscita in me è tutta una questione di distanza.
L'autore affronta in didascalia la necessità e forse il "dovere di avvicinarsi" di più "all'altro" perchè solo in quel modo si potrà avere una "visione" più veritiera: solo conoscendo profondamente quella persona si potrà sperare di poter comprendere, in modo più vicino al vero una vicenda umana, un dramma.
Io affermo in modo complementare che per comprendere un fatto sia necessario "prendere le distanze", questa volta in senso letterale.
Questa immagine propone un frammento di scena e come tale, quel frammento si adatta a molteplici situazioni ed è in grado di evocarle tutte. Ciascuno sceglierà quella che risulterà maggiormente conforme ai suoi pregiudizi, alla sua educazione e al suo vissuto.
Abbandono, regolamento di conti, indifferenza, disperazione e curiosità sul luogo di un incidente stradale....questo frammento si inserisce in tutte le situazioni precedenti e in altre ancora.
Non posso non citare John Hilliard con il suo lavoro "Cause of death?".
"anzichè indirizzare verso un'interpretazione univoca, si sospende qualsiasi certezza, sottolineando la volatilità del rapporto con l'immagine.
ciao
Mi spiace,
Gia :-)
Ciao,
Gia :-)
Qualche tipo di casa, molto probabilmente, l'avrà .
E' un pò anche un abitudine indiana farsi un pisolino in qualsiasi luogo essi si trovino. Facile lo faccia anche per i turni di lavoro lunghi.
Ciao,
Gia :-)
Complimentissimi.
un caro saluto da saro
Gia :-)